Nel suo metodo Il Mandolinista, Agostino Pisani dedica una parte significativa ai costruttori di mandolini napoletani della seconda parte del '700, citando la famiglia Vinaccia (ideatori di diverse innovazioni), Giovanni Battista Fabricatore e Donato Filano. Ma elogia i Vinaccia per la conitinuità avuta anche con i discendenti, e così descrive un mandolino del 1884:
L'intonazione della tastiera è nei mandolini Vinaccia odierni, portata alla massima perfettibilità; così pure la costruzione della cassa, la verniciatura, la congiuntura delle stecche e la stabilità del piano armonico. Si aggiunganoi lavori d'intarsio e di ornamento di cui è fatto sfoggio negli strumenti tipo di lusso, e converrà riconoscere che la fabbrica Vinaccia è degna di ammirazione sotto ogni rapporto.
Pasquale Vinaccia
Diversi furono i maestri liutai della famiglia Vinaccia, dalla metà del '700 in poi, fino ad arrivare alla IV generazione con le introduzioni più innovative, arrivate fino ad oggi.
Pasquale Vinaccia (1806-1885)
Come scrive Agostino Pisani nel suo Metodo, si deve a lui «l'applicazione delle corde di acciaio in sostituzione di quelle di ottone usate primitivamente e che difettavano di voce e di timbro argentino, ed a Pasquale Vinaccia si deve pure l'invenzione della meccanica pel sostegno e movimento delle corde, oggidì universalmente usata pei mandolini sistema napoletano, e largamente pure per le chitarre.
In The early mandolin, di James Tyler e Paul Sparks si legge:
«Il merito per lo sviluppo del mandolino è solitamente attribuito alla famiglia Vinaccia, sebbene si sappia che diversi altri liutai hanno realizzato mandolini più o meno nello stesso periodo».
Il riferimento è, anche qui, a Donato Filano e ai fratelli Fabricatore.
Raffaele Calace
La liuteria Calace fu fondata nel 1825 ad opera di Nicola Calace, a Procida (Na) dove si trovava confinato per motivi politici. Iniziò l’arte liutaia con apprezzate chitarre.
Alla sua morte la tradizione venne continuata dal figlio Antonio che, dopo essersi trasferito a Napoli, iniziò la costruzione di pregiatissimi mandolini che oggi si possono ammirare in collezioni private. Ebbe due figli Nicola e Raffaele, ai quali insegnò tutti i segreti dell’arte liutaia. Alla sua morte i due fratelli lavorarono insieme realizzando splendidi mandolini, ma ben presto la supremazia indiscussa come compositore, musicista e liutaio di Raffaele Calace creò dissidi insanabili e Nicola Calace emigrò in America nel 1923.
Quale maestro liutaio dette il maggiore impulso alla gloriosa tradizione del plettro, costruendo strumenti, che pur mantenendosi nel classico potessero soddisfare le nuove esigenze musicali. Creò il Mandolino “Classico” per concertista dal grande formato con tastiera prolungata fino al 29º tasto, atto a superare tutte le difficoltà tecniche e speciali di tali strumenti.
Tramandò la sua arte al figlio Giuseppe Calace che realizzo' pregiati strumenti e con la sorella Maria continuò anche la tradizione concertistica. Meritò molte onoreficenze, e la commenda della Corona d’Italia. Anche’egli tramandò al figlio, Raffaele jr.i segreti dell’arte liutaia, che dalla morte del padre segue la gloriosa tradizione familiare, continuando a costruire e perfezionare sempre di più gli strumenti che oggi rappresentano il punto di riferimento per tutti i concertisti del settore.
Dal 2013 la sesta generazione è affidata ad Annamaria Calace, abile decoratrice ed appassionata degli strumenti che continua, insieme al padre, questa nobile arte.