Simone Martini, Investitura di S. Martino a cavaliere, 1312 ca.
Il mandolino affonda le sue radici in una lunga tradizione che risale al Medioevo. Non è possibile individuare un momento preciso della sua nascita, poiché si è evoluto gradualmente da strumenti precedenti come il liuto o più precisamente dalla mandora, strumento di tessitura acuta della famiglia dei liuti.
Come afferma Agostino Pisani nel suo metodo Il Mandolinista,
«il mandolino, ovvero il liuto da cui trasse l'origine, è dunque uno strumento in uso da secoli, ed infatti lo vediamo in antichi dipinti di celebrati maestri della pittura, lo leggiamo decantato nei poemi e nei carmi degli autori più eletti; pittori e poeti esimi che ebbero lor vita centinaia di anni fa».
Nell'illustrazione accanto, ad esempio, si può apprezzare uno strumento riconducibile a quello che diventerà il mandolino. Si tratta di un particolare di un affresco presente nella cappella di San Martino, nella basilica inferiore di San Francesco d'Assisi. L'affresco, Investitura di San Martino a cavaliere, è opera di Simone Martini ed è datata tra il 1312 ed il 1317.
Lo strumento raffigurato è il Gittern (quintern, guiterne, chitarra) uno strumento musicale medievale a corde pizzicate. Il nome deriva dal latino "quinque" = cinque e dal persiano "tar" = corda. Veniva suonata tramite un plettro che serviva a pizzicare le corde di budello. Aveva la cassa armonica a forma di mezza pera, abbastanza somigliante a quella di un mandolino, e sia la cassa che il manico erano realizzati da un unico pezzo di legno. La guiterne originariamente aveva cinque corde anche se sono pervenuti esemplari diversi anche a 5, 4 o 3 corde doppie.
Il cavigliere a falcetto è, probabilmente, una delle caratteristiche mutuate da questo antenato. Altro particolare interessante l'utilizzo, come si evince dall'illustrazione, di una penna.