In, The Early Mandolin (vedi pagina Crediti), si parla di una collezione di manoscritti presente a Firenze nella biblioteca del Maestro Marco Fornaciari (ex Collezione Zannerini, Trieste). Si tratta di una vasta collezione di musica strumentale italiana della metà del XVIII secolo che comprende diversi manoscritti tra cui cinque manoscritti per mandolino.
Di grande interesse è il primo dei cinque, riconducibile a Giovanni Battista Sammartini, una delle figure principali della musica barocca.
La sonata, in Sol maggiore, ha tre movimenti (Allegro 2/4, Andante 2/4, [Allegro] 3/4). È piena di passaggi in terze, arpeggi e punti pedale, e ha diversi accordi che sarebbero virtualmente impossibili da suonare su uno strumento con qualsiasi accordatura che non sia quella del mandolino.
L'estensione, che scende fino a Sol sotto la chiave di violino, richiede uno strumento a sei ordini (g'', d'', a', e', b, g), e la disposizione di alcuni accordi indica una tecnica di fingerstyle. La partitura è nel formato della chiave di violino, con chiave di basso non numerata per l'accompagnamento del continuo.
Il termine "armandolino" (come il termine "amandolino") viene occasionalmente incontrata in altre fonti e, in questo caso, sembra non significare altro che una variante ortografica regionale, non essendoci nulla nella musica che suggerisca che sia diversa da altra musica per mandolino.
I restanti quattro manoscritti della collezione Fornaciari sono tutti anonimi. I titoli sono 'Sonata di Armandolino è Basso', 'Sonata a Mandolino a primo, e Basso', 'Sonata a Primo e Basso' e 'Sonata'. Tutti hanno caratteristiche e tratti musicali simili, e il primo potrebbe essere un altro di Sammartini.
Nella Biblioteca Nazionale Marciana a Venezia, si conservano 6 Sonatine per mandolino e basso continuo, ed una per 2 mandolini e basso continuo, di Girolamo Venier. Una tabella delle scale contenuta in questo manoscritto conferma che si tratta di un mandolino a 5 cori, con accordatura g", d", a', e', b.
La città di Bologna fu uno dei grandi centri musicali del XVII e XVIII secolo. Con le sue numerose chiese, come San Petronio, che impiegavano una brillante schiera di compositori e musicisti, i suoi importanti teatri d'opera, l'orchestra municipale, gli editori musicali e le accademie musicali, tra cui la famosa Accademia Filarmonica, Bologna potrebbe essere considerata alla pari in attività musicale di Roma e Venezia.
Orlando Cristoforetti ha pubblicato in fac-simile per Edizioni Scelte (Firenze 1984) una raccolta manoscritta di musica per liuto e per mandolino, compilata da un arciliutista e suonatore di tiorba bolognese chiamato Filippo Dalla Casa. Nel manoscritto compaiono le date 1759 e 1760, anche se parte della musica deve essere molto più antica poiché alcuni dei compositori presenti erano morti molto prima di quella data. Sono presenti brani per mandolino di Antonio Tinazzoli, Giuseppe Vaccari, Ludovico Fontanelli.
La tabella raffigurata delle scale per il "Mandolino" mostra l'accordatura g", d", a', e', b. Questo strumento a cinque ordini è sufficiente per i brani di Vaccari e Fontanelli, ma i brani di Tinazzoli e anonimi richiedono un sol grave e quindi una sesta corda.
Gaetano Boni, 12 divertimenti da camera
Roberto Valentini, inglese (si italianizzò il nome), 12 sonate
Piccone, 2 Sinfonie
Scarlatti, 5 sonate
Hasse
Vivaldi usa il mandolino a 5 cori, detto Coristo
Concerto in Do Maggiore (425)
Concerto in Sol Maggiore (532)
Concerto per Liuto in Re Maggiore (93) - Oggi entrato nel repertorio chitarristico
Sauli
Filippo Dalla Casa, 1759
Giuseppe Paolucci, nato a Siena ha operato in area bolognese. Alcuni suoi manoscritti sono presenti nella biblioteca Comunale di Assisi.